Giotto, Dormitio Virginis, 1312-4, tempera e oro su tavola, Gemaldegalerie, Berlino
“Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile alta più che creatura”... Le meravigliose e dolcissime parole di Dante, riecheggiano in questo dipinto del quasi contemporaneo Giotto... Maria viene deposta nel sepolcro dagli angeli al cospetto degli apostoli e incredibilmente di Gesù stesso come presenza ultraterrena e spirituale. Gesù tiene in braccio sua madre bambina, che è anche sua figlia, in attesa di accoglierla in Cielo nel corpo glorificato. Nella tenerezza di quella posa è racchiuso in una certa misura tutto il mistero della creatura che compie in sé la volontà di Dio, si fa figlia e al tempo stesso continua a compiere il miracolo della Creazione... Pietro abbraccia Maria nel sepolcro: è il vicario di Cristo che abbraccia la Chiesa, la Madonna, sposa di Cristo per realizzare la sua missione. Nulla è affidato al caso in quest’opera del grande pittore fiorentino, l’atmosfera di pace e speranza è solo un risultato della bellezza dell’insieme e dei colori intensi esaltati da un fondo dorato che ci insegna a guardare le cose di lassù.